Thoughts In The Attic – Volume 1.4

Dopo una lunga assenza torna l’editoriale random. Si parla di due ritorni eccellenti sugli schemi e della prodezze di certa emittente….

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Thoughts In The Attic – Volume 1.3

Con i postumi del comic con che si fanno ancora sentire, bentornati ad un nuovo numero dell’editoria più a random che possa esistere. E che tra l’altro nasce da un’idea di Stefano Accorsi.

TITA1-3

Sapete perchè è random questo editoriale? ho iniziato a scriverlo a marzo e di quello che avevo inizia non è rimasto nulla..

Iniziamo con alcune considerazione sui trailer delle serie usciti nel weekend più pesante per chi è un fan di film, fumetti e serie tv (quindi per chiunque).

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Thoughts In The Attic – Volume 1.2

Dover scrivere di un anno che si conclude, non è mai facile perché guardare il passato, anche se recente, non lo è mai. Più facile forse avere speranze verso quello che verrà che riflettere su ciò che è stato: poco cambia che si tratta si storia, intrattenimento, o vita quotidiana.

Per noi di TV And Comics sono stati mesi di soddisfazioni a ben guardare, l’unico momento di rivedere è stata sicuramente l’estate: l’esperienza però serve anche a questo, no?

Sotto l’aspetto della serialità, il 2014 ci ha offerto le solite decisioni che fanno mugugnare. Decisioni su cui noi spettatori italiani non possiamo fare nulla perché:

  1. Le serie in contemporanea con gli USA (salve eccezioni rarissime) le vediamo ILLEGALMENTE. Lamentarsi perché cancellano una serie senza pensare a noi è da turborincoglioniti;
  2. Proprio perché le guardiamo illegalmente, non influiamo sugli ascolti: di conseguenza sulla pubblicità che viene trasmessa e quindi sui soldi che vengono incassati dalla rete;

Questo senza considerare quali possono essere i motivi di una cancellazione di una serie (o di un programma). Quello che tanti dimenticano è che si tratta di un prodotto da vendere e con cui fare soldi. Strano concetto questo, evidentemente.

Gli elementi che vengono presi in considerazione sono dalle reti sono (in ordine sparso ed incompleto): ascolti, vendita dei diritti all’estero e su altre piattaforme, vendita degli spazi pubblicitari, merchandise, critica, tipo di programma, periodo di messa in onda, target del pubblico…

Quest’ultimo è il fattore sicuramente meno considerato. Escludendo i canali tematici (tipo, per gli USA, ESPN che è un canale sportivo), le reti tenderanno ad offrire una programmazione più varia possibile quanto a generi: questo per attirare nuovo e vario pubblico.

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Di conseguenza, su 10 serie, difficilmente tutte e 10 saranno dello stesso tipo: possono cambiare le percentuali, ma si cercherà sempre di avere sit-com, legal drama, commedia sentimentale, azione, mistero, etc etc.

E come cambiano le percentuali? In base al target della rete. Un canale come The CW, ha una connotazione ben precisa, ha una programmazione più teen oriented degli altri, e le serie nel prime time lo dimostrano ampiamente. Punti al pubblico teen? Allora svilupperai un certo tipo di storie nei programmi di punta (o che ambiscono ad essere tali). Punti ad un pubblico più adulto e maschile? Azione. Alle famiglie? Comedy e Sit-Com.

Ed ovviamente non puoi tenere invariato il palinsesto da un anno all’altro, non puoi riproporre le stesse cose anno dopo anno. Per questo a maggio, iniziano i drammi, se non sono già iniziati nella prima parte di stagione.Solo per quest’anno, ecco le cancellazioni già effettive, per vari motivi (ascolti, stop alla produzione ed escludendo le serie che sono giunte allo loro conclusione naturale (limitandomi ai grossi network).

  1. Selfie (ABC): Cancellato il 7/11;
  2. Manhattan Love Story (ABC): Cancellato il 24/10;
  3. The Millers (CBS): Cancellato il 24/11;
  4. A To Z (NBC): Cancellato il 31/10;
  5. Bad Judge (NBC): Cancellato il 31/10;
  6. Red Band Society (FOX): Cancellato il 26/11;
  7. Mulaney (FOX): Cancellato il 18/10;
  8. Gracepoint (FOX): Cancellato il 15/12;

Di queste serie, posso parlare solo di quelle di cui ho visto almeno il pilot, sarebbe da ipocrita criticare qualcosa che non conosco.

  • Selfie: è una serie carina, ma che non avrebbe avuto una grande sviluppo. La storia era molto limitante, però si lasciava guardare. Mancava però di qualcosa che le facess fare il salto qualitativo.
  • A To Z: Visto solo il pilot, insipido. Un tentativo di prendere i nostalgici di How I Met Your Mother, fallito col botto. Come per Selfie, storia molto limitante. E per di più, parere personale, senza Karen.
  • Bad Judge: Visto 2 puntate. Ho invocato pietà. Fatta coi piedi, delle scimmie urlatrici drogate avrebbero fatto di meglio.

Red Band Society è un caso particolare visto che è il remake americano di un remake italiano di una serie spagnola. In Italia la serie è andata bene, negli USA ha floppato così come Gracepoint (rifacimento di Broadchurch), confermando il mio pensiero all’annuncio della sua produzione: ci sono remake che non si devono fare (e tendenzialmente eviterei proprio di farli).

Tennant Crying

Per Mulaney mi affido a chi lo ha visto e me lo descrive come un rip-off di Seinfeld. Quindi, direi, un tentativo per recuperare quel tipo di pubblico (discorso simile a A To Z quindi).

Le serie hanno successo perchè nascono in un posto ed hanno un pubblico preciso: il teenager americano non è il teenager italiano o inglese). Il fatto che gli americani debbano riproporre serie di altri Paesi dovrebbe far riflettere, vista l’ambia casistica negli ultimi anni, ma conto di tornarci su questo.

La vita di una serie TV è solitamente la seguente.

  • Viene proposta un’idea;
  • Se giudicata interessante viene comissionata una sceneggiatura;
  • Valutata la sceneggiatura, si decide se girare la puntata pilota o meno;
  • Viene giudicata la puntata pilota;
  • Se passa, con le possibili note sui cambiamenti da apportare (casting, tono, set…), viene commissionata la stagione (13 puntate)
  • Se vanno bene le prime puntate (grossomodo) si ordinano altri 9 episodi (che spesso vuol dire seconda stagione);
  • Si decide se rinnovare o meno.

E in questi ultimi passaggi succedono i drammi, perchè possono mancare i finali, la serie resta in sospeso. Sono rischi che si prendono (sbagliando) gli sceneggaiatori e le reti: un tentativo di alzare ascolti e creare un po’ di movimento tra i fan della serie sperando che quasto convinca chi stacca gli assegni a continuare.

Come sappiamo, ci sono serie che vengono soprresse velocemente (anche dopo due episodi), serie che non sopravvivo a 13 episodi ed altri che ottenuto il prolungamento… muoiono, come The Tomorrow People. Allo stesso modo, ci sono serie che si fermano a 13 puntate e vengono rinnovate (come quest’anno potrebbe capitare a Constantine).

Quindi? Quindi se volete discutere di cancellazioni, fatelo con l’ottica giusta. Se invece volete farlo da fan, quel tipo di fan per cui le cose devono e possono andare solo in un modo, beh…siete la morte stessa delle serie tv.

Crazy Fandom

L’ideale, secondo me, come modello per una serie tv è fare stagioni da 13 episodi (24 se da 30 minuti), stagioni che permettano di avere una storia completa raccontata senza avere così noiosi filler (quelli che, ad esempio, hanno ucciso The Tomorrow People). Basta preparare 2 finali: la rete poi deciderà (a seconda se rinnoverà o meno) quale mandare in onda.

Ovvio, poi ci sono serie che sono delle corazzate e danno garanzie (NCIS, ad esempio) per cui produrre 24 episodi è più che giustificato, ma fino a quando una serie non diventa una corazzata…

Il tutto ovviamente se le reti non decidono di intromettersi e/o gli sceneggiatori si mettono in testa di accontentare i fan (Fringe, anyone?), ovvero quei fan che sono la morte stessa delle serie TV di cui sopra.

Quando in primavera verranno annunciate le cancellazioni ed i rinnovi, prevedo scene isteriche e suicidi di massa. Il solito insomma.

Tra le notizie più interessanti di questo anno, c’è stato indubbiamente il caso dell’hackeraggio alla Sony. Quante risate…

J-Jonah-Jameson-laughing

In tutta onestà, se il film The Interview fosse uscito o meno, non me ne poteva fregare di meno e non credo di essere l’unico. Tutto il casino ha fatto pubblicità al film, ed i cinema hanno fatto una pessima figura nel rifiutare la diffusione dela pellicola. Ora il film passa per essere qualcosa di patriottico e va ben oltre i propri meriti (le recensioni non sono buonissime).

Tutto archiviabile come “usiamo il patriottismo dei caproni per farci qualche soldo”: vi immaginate se fosse stato distribuito dalla maggiori catene di cinema floppando? Non sto dicendo che sia una cosa studiata a tavolino, però se l’intendo era un boicattaggio…ha aottenuto l’effetto contrario.

Le cose più interessanti sono però le mail emerse, con le varie critiche a personaggi pubblici, come Obama, per cui in molti sono dovuti scusare pubblicamente. Ed è emerso come la Sony sia gestita da una manica di idioti, ed in parte sono loro stessi ad ammetterlo quando dichiarno di non essere in grado di avere un franchise che faccia fare soldi pur avendo Spiderman.

Proprio la questione Spiderman è risultata essere la più succulenta perchè ha fatto emergere i contatti con i Marvel Studios per l’uso del personaggio, di cui si voceferava da tempo.

L’accordo sarebbe quello di una collaborazione nella scrittura e nella produzione dei prossimi film (inclusi gli spin off) da parte delal casa madre con in cambio la possibilità di usare Spiderman nei prossim film Marvel: si parla di un possibile cameo in Captain America 3, ma c’è chi arriva a dire di una possibile scena per Age Of Ultron (molto difficile).

A portare Peter Parker nel MCU non sarà però Andrew Garfield, che la Sony avrebbe licenziato per le critiche espresse in merito a The Amazing Spiderman 2, massacrato dai tagli in fase finale: a giudicare dalle scene tagliate presenti nell’home video, non posso dargli torto. Bene, licenziato Garfield, si aprirebbero le porte per un altro reboot, o semi reboot, con Logan Lerman come nuovo arrampicamuri.

SpiderLogan

Insomma, l’ulteriore dimostrazione di una dirigenza scarsa. Avere dei rebot a pochi anni di distanza l’uno dall’altro è indice di incapacità di programmazione e di lavoreare coi piedi. Non ci sono scusanti, e per di più ammazzano il prodotto.

E poi diciamolo pure, il fatto che la Sony abbia i diritti del solo Spiderverse la rende già una sfigata, perchè non permette molti sviluppi (anzi non ne permette proprio, a meno di non creare mondi alternativi come nel fumetto…).

SpiderVerse

Torniamo alle serie tv, con alcuni giudizi su quanto visto (e sottolineo VISTO), sino ad ora.

Tra le novità dell’anno, Gotham è quella che mi ha sopreso maggiormente (sarà anche che non le davo mezzo centesimo). Ora vediamo quanto ci sta la FOX a mandare tutto a cene galanti in quel di Arcore. Discreta la stagione di Constantine, una serie che era partita molto male, con almeno due versioni di pilot ed un recasting in corso d’opera mentre per restare in casa DC, The Flash ha sbancato.

Piacevole sorpresa è stata Forever, sulla quale ho solo un dubbio. Quanto possono tirare avanti la storia? Non molto secondo me. Stessa rete, altra serie. Una SitCom che ho scoperto per caso è Cristela, e devo dire che è molto carina: se non l’avete vista rimediate alla svelta. Un’altra sorpresa è stata per me The Librarians: leggerezza, azione, divertimento. Un bel mix che se non viene rinnovato è un reato.

Tra le confermate, buona seconda stagione per ora di Agents Of S.H.I.E.L.D. con l’inserimento nel MCU degli Inumani. Conderando che avranno un film tutto loro tra pochi anni, è un bell’azzardo. Restiamo all’ABC con Once Upon A Time, che ha dedicato la prima parte a sfruttate l’onda lunga (e gelida) di Frozen. Missione riuscita discretamente bene, con un buon casting per le due di Arendelle (più il bonus, anzi i bonus, della Snow Queen): vediamo come l’alleanza del male ora prenderà la scena.

Maleficent, Cruelle, Ursula

Passando alla CBS, promossa The Big Bang Theory (con alcune puntate molto divertenti), mentre Elementary sembra aver saltato la squalo, come ho già detto più volte.

Arrow ci ha lasciato con un Mid Season Finale ad alto rischio e che non mi convince a pieno per il futuro della serie, ma staremo a vedere, tanto manca poco. The 100 lo vedo un po’ a rischio per una terza stagione, ma ha avuto una buona prima parte con alcune tematiche interessanti e scelte coraggiose.

Passando alla NBC, Grimm mi ha sorpreso. Nel mio pessimismo, vedevo male l’idea con cui si è conclusa la scorsa stagione. Lode agli autori ed anche alla Toboni per come è stato portato avanti il persoanggio di Trubel.

Trubel

Infine, la BBC. Doctor Who ha avuto una stagione non eccellente dove si è sbagliato a puntare forte su Clara ma che ha avuto degli alti in alcune puntate (su tutte, Listen). Lo special natalizio, nel suo essere caotico (e citazionista al massimo) ci ha dato la speranza di poter vedere una Clara più limitata e meno invadente ed invasiva.

Atlantis invece è sospesa a metà, letteramente. Questa prima metà di seconda stagione è stata abbastanza buona, e lascia con la voglia di vedere la seconda parte al più presto.

      JasonArianna

Beh e con questo, il mio discorso/sproloquio/delirio di fine/inizio anno giunge al termine. Buon 2015.

Thoughts In The Attic – Volume 1.1

Bentornati a Thoughts In The Attic, l’editoriale 100% Random. Lasciate ogni speranza voi che leggete.

Iniziamo con la DC Comics. A differenza della Marvel, ha deciso di non avere un universo narrativo unico per le propri produzioni. Allo stato attuale della 5 produzioni basate sui personaggi dei fumetti solamente The Flash e Arrow sono nello stesso mondo. I film? Un altro mondo (tanto che faranno pure un film su Flash…con un altro attore). Constantine e Gotham? Un mondo a parte a testa.

Giusto? Sbagliato? Dipende dai punti di vista. La Marvel può fare serie TV perchè è partita dal cinema e quello è il centro del suo universo narrativo. La DC Comics, pur essendo di una Major come la Warner Bros, al cinema non ha sfondato e solo ora si affaccia seriamente con un progetto in stile Marvel, il cui successo è pur sempre un incognita: se prendiamo L’uomo d’Acciaio come punto di inizio, possono anche chiudere battenti.

Sul piccolo schermo, la DC esiste grazie ad Arrow ed infatti non dovrebbe essere nessun Green Arrow nei film, neppure in quello sulla Justice League: ormai il personaggio è Stephen Amell, il pubblico non accetterebbe nessun altro nel ruolo.

Flash essendo nuovo deve ancora costruisrsi una fan base, ma è comunque a buon punto, averne uno diverso al cinema non dovrebbe quindi indispettire il pubblico (e Stephen Amell ha detto pubblicamente che Gustin Grant meriterebbe di fare il film)

ezra miller Flash

La separazione dei due e più mondi però permette una maggiore libertà e programmazione delle storie alla DC Comics. Dovessero fare un film su Green Arrow o Flash la serie TV se risentirebbe e non poco, ed i ritmi di lavoro sarebbero assurdi. Resta il mistero del perchè non avere un universo unico almeno dal punto di vista TV, anche se capisco che far lavorare assieme più reti non sia la cosa più facile.

Funziona con Arrow e Flash perchè sono sulla stessa rete (CW), ma Gotham è su Fox, Constantine sulla NBC. La Marvel invece fa il discorso inverso: il centro della storia è al cinema, Agents Of S.H.I.E.L.D. permette di seguire alcune vicende collegate con personaggi secondari/creati apposta. E lo fa con un piano, mentre la DC si è trovata presa alla sprovvista.

Lo S.H.I.E.L.D. viene azzerato in Il Soldato d’Inverno? In TV vediamo come prosegue la vita dei agenti fedeli a Nick Fury e poi al cinema vediamo come è evoluta la cosa ai piani alti. Allo stesso modo, Daredevil, Luke Cage, Jessica Jones, Iron Fist e poi la miniseri sui Difensori saranno collegati a tutto.

La Marvel insomma ha trovato il modo di poter usare personaggi secondari che portare al cinema sarebbe problematico o non verrebbero trattati a dovere. La DC Comics solo dopo l’avvio del suo franchise potrà fare quanto sta facendo ora la Marvel perchè avrà una linea da seguire, anche se non è da escludere al 100% che il nuovo Batman al cinema non possa derivare dalla serie su Gotham (che è un po’ fuori dal tempo). Di certo non ci sarà una serie di film su di lui e neppure su Superman, troppo inflazionati negli ultimi anni.

La road map della DC al cinema è la seguente:

2016: Superman Vs Batman, Suicide Squad
2017: Wonderwoman, Justice League Pt. 1
2018: The Flash (con Ezra Miller), Aquaman (con Jason Momoa)
2019: Shazam (con The Rock), Justice League Pt. 2
2020: Cyborg, Green Lantern

Quindi un team up tra i 2 pezzi grossi (che rivedremo forse solo in altri 2 film), uno sull’eroina femminile, uno su un eroe, Lanterna Verde, che al cinema ha floppato (per fortuna sarà un reboot), uno che è famoso perchè perculato (Aquaman), due sul grande gruppo di eroi, uno che è appena arrivato in TV ma non ha nulla a che vedere con esso, uno su un team di cattivi obbligati a filare dritto, e due su due eroi che non dicono molto alla massa.

DC Comics Movies

Poi come un fulmine a ciel sereno, un martedì come tanti… La Marvel. Conferenza stampa, ci si apsetta qualche annuncio sui prossimi film, forse anche chi sarà a dare il volta a Dr Strange. Se questo non è avvenuto (ma Ming Na Wen lo ha annunciato su Instagram: sarà Benedict Cumberbatch), non è grave, visti gli annunci che sono stati fatti.

Per usare un’immagine semplice e chiara, la Marvel ha nell’ordine: smutandato, chiuso nell’armadietto, obbligato a fare il jukebox vivente, messo la testa nel water e spernacchiato la DC Comics. Mancava solo che arrivasse Pepper Potts a distribuire cinquine a due a due fino che non diventavano dispari a Superman.

Talmente forte l’azione della Marvel che si è pure permessa il lusso di prendere in giro i fans con il terzo capito di Captain America, annunciandolo prima con il titolo di The Serpent Society e poi dicendo “naaa… il vero titolo è Civil War”. All’annuncio è seguito il primo nerdgasmo mondiale.

Marvel Reaction

In questa guerra DC vs Marvel a restare fregati sembranio essere la Fox e la Sony. Se quest’ultima però starebbe trattando un accordo con la i Marvel Studios per Spiderman (di cui detiene i diritti), tanto che si parla di avere Spidey nel terzo film sugli Avengers in cambio di una aiuto nel produrre e promuovere i film sull’arrampicamuri, la Fox è proprio in guerra e praticamente chiusa in un angolo.

Ricordiamolo: la Fox ha i diritti sui Fantastici Quattro (l’anno prossimo al cinema con un discutibile reboot e con un sequel già annunciato) e sui mutanti (Prossimamente: X-Men: Apocalypse, Deadpool, Wolverine 3).

Però il mondo dei mutanti è ricco di personaggi che possono avere successo ed allora, ecco che si parla di una serie dedicata agli X-Men, o comunque ad una delle varie formazioni di essi. Lo abbiamo visto con  X-Men: Conflitto Finale e con il primo di Wolverine che gettare tanti personaggi che piacciono in una produzione cinematrografica unica vuol dire fare una porcata.

Guardate Gambit (che avrà il volto di Channing Tatum nella sua nuova versione) o Deadpool nel film sulle origini di Wolverine dove il primo poteva avere più spazio ed il secodno era orrendo e per nulla fedele al fumetto, tanto da scatenare le ire dei fans (l’unico tratto fedele è che straparlava).

deadpool says...

Oppure guardate come è stata tratta male la Fenice nel terzo sugli X-Men, ma anche Il Fenomeno, Kitty Pride, Psylocke, Angelo, che potevano avere più spazio o essere resi in maniera migliore. Basti dire che la parentela tra il Fenomeno e Xavier non viene menzionata (sono fratelli), o che il personaggio di Kid Omega nel film… è Quill nei fumetti. Non dico di tenere la storia cartacea come unica verità, però almeno le basi suvvia…

  Kid Omega

Una serie TV invece permette un trattamento diverso ed concede maggiore spazio ai personaggi, poi ovvio che se in un’ora devi trattare 85 personaggi sei al punto di prima, però l’idea di avere un gruppo di mutanti, anche secondari se vogliamo, in azione adesso potrebbe avere successo, cancellando il film per la TV Generation X del 1996 che doveva diventare una serie TV.

E forse è stato un bene…

La scorsa volta avevo criticato duramente Adrianne Palicki in Wonder Woman. Ora me la trovo in Agents Of S.H.I.E.L.D. nei panni di Bobbi Morse (Mimo). Stesso giudizio? Assolutamente no. Il motivo è semplice: qui non è la protagonista ma soprattuto non ha una sceneggiatura/copione da provocare mal di testa cronico.

E non una cosa da poco. Poi vabbeh, una sit-com con Bobbi e Lance sarebbe bella da vedere, c’è una buona interazione tra loro.

Sempre a proposito di serie Marvel, a maggio arriverà Daredevil (si accettano candidatura per la recensione), prima di quattro serie prodotte da Netflix.

devil

Essendo ambientata e girata a New York, non sono pochi i fans della Marvel che si pongono la domanda: c’è la possibilità di vedere The Punisher anche? Per ora no, ma qualche indizio sulla presenza del Punitore nell’universo cinematografico della Marvel lo si è avuto (basti pensare al One Shot dedicato al (finto) Mandarino).

Inoltre gli stessi capi degli Studios non lo escludono in futuro e quindi ho pensato di chiede un aiuto ad un amico fan del personaggio, Tommaso Consortini, noto anche come Thomas Castle.

Punisher

1) Domanda molto semplice: perchè Punisher?

Perché è un personaggio controverso, se vogliamo pure maledetto, un animo tormentato, un soggetto in apparenza semplice da inquadrare e in realtà tremendamente complesso e ricco di sfumature… è un pesce fuor d’acqua nel Marvel Universe ma allo stesso tempo è una personalità così ingombrante che nessuno, nemmeno i Vendicatori, può permettersi il lusso di ignorare o sottovalutare… Punisher non è “solo” un fumetto, è una corrente di pensiero, una filosofia di vita, un credo che in pochi possono capire fino in fondo e che niente avrà mai a che spartire con qualsiasi ideologia politica o con le facili etichette affibbiate dai benpensanti ipocriti che non hanno mai capito nulla di lui.

2) Punisher ha avuto una vita un po’ travagliata al cinema. Quali sono stati secondo te i problemi per la sua trasposizione?

Mi permetto di citare la parole di Sylvester Stallone che, pur non orbitando nell’ambito dei cinecomics attuali (e il suo Dredd del ’95 forse è meglio lasciarlo stare dove è…), è comunque uno che di cinema action e di personaggi “difficili” da portare al cinema qualcosa ne capisce: secondo Sly nessuno dei tre film dedicati al nostro Frank è mai riuscito a catturare la vera essenza di Punisher, tutti quelli che hanno lavorato alle suddette pellicole non sono stati capaci di trovare il giusto tono e di raccontare una storia che mostrasse il lato oscuro di Castle senza cadere nelle solite banali meccaniche e nei soliti clichè. Non sono un fanatico degli adattamenti aderenti al 100% al materiale originale ma nemmeno delle libere interpretazioni che tanti sceneggiatori e registi cani si concedono troppo spesso a cuor leggero… possibile che sia così difficile trovare la formula giusta? Ormai a Hollywood dovrebbero avere capito quali sono le aspettative del pubblico verso certi prodotti… o no?

3) Tre film sul Punitore, tutti scollegati, ed il primo risale al 1989 con Dolph Lundgren? Come li giudichi?

Quello di Lundgren lo ricordo con affetto, mi fa tenerezza nonostante i tanti difetti e le tante ingenuità. È figlio di un’epoca perduta in cui il filone action andava ancora forte e da quel punto di vista il film rende abbastanza bene. Il suo limite è che con il Punitore ci incastra poco salvo quei due o tre momenti più ispirati, ci sono alcuni punti fermi della mitologia del personaggio da cui non si può prescindere in un adattamento, altrimenti finisci per guardare un film come tanti altri con un tizio vestito di nero che spara ai cattivi, non so se mi spiego… E poi un Punisher senza teschio sul petto NON E’ Punisher, un’atrocità del genere è 1.000 volte peggio di Lundgren con i capelli neri corvini!

Dolph Lundgren - Punisher 1989

Quello con Thomas Jane invece… mi fa incazzare. E tanto. Mi fa incazzare per la regia stupidamente pretenziosa e non all’altezza, mi fa incazzare per come hanno stravolto le origini del personaggio e mi fa incazzare pure il modo mediocre con cui hanno attinto, rubacchiato qua e là senza logica, dal materiale di Ennis. E poi tutta la storia della vendetta pianificata per far ingelosire Travolta e farlo sbroccare… no, ca**o no. Quello non è il modus operandi del Punitore, non mi importa se gli hanno dato una maglietta con un teschio figo disegnato sopra, proprio non ci siamo. Salvo giusto il duello con il Russo perché Nash e Jane ci hanno davvero dato dentro per sembrare realistici ma per il resto… pollice verso senza rimpianti.

Thomas Jane - Punisher 2004

Il film con Ray Stevenson aveva delle premesse interessanti, se vogliamo dei tre è quello più vicino alle atmosfere del fumetto però anche qui ci sono alcuni grossi problemi, in primis il budget ridotto e la regia poco attenta di Lexi Alexander che, magari, sarà pure talentuosa ma che in questo caso si è ritrovata a lavorare su un film che non era palesemente nelle sue corde. Il potenziale c’era, su questo non ci piove, però Punisher War Zone, oltre a sembrare una pellicola al risparmio girata e montata in fretta, ha un ritmo troppo altalenante e a tratti si perde tra le pagine dello script… Stevenson comunque si è rivelato un valido Frank Castle, con un po’ di muscoli in più sarebbe stato perfetto, almeno dal mio punto di vista. Dimenticavo: di questo film ho apprezzato in particolare la pazzesca violenza di alcune sequenze, peccato che in tanta superficialità resti un esperimento fine a se stesso.

Ray Stevenson - Punisher 20084) La butto lì, con voluta faciloneria. Punisher è troppo violento da portare al cinema e non sarebbe vantaggioso per gli Studios. Come rispondi?

Beh… sì e no. Il rating R è indubbiamente un limite per i cinecomics ma potrebbe non esserlo per Punisher. War Zone era violentissimo come ho detto, ma è stato affossato da ben altre scelte sbagliate (oltre che sabotato internamente da un paio di furbacchioni della Lionsgate) che poco avevano a che fare con la brutalità e il sangue mostrati… per ora lo scoglio più grande da superare rimane lo script, senza basi solide non si va da nessuna parte, vuoi che si tratti di un rating R che di un PG-13. Un problema alla volta quindi.

Ad ogni modo, buttando un occhio agli ultimi film dei Marvel Studios, devo dire che il livello di violenza mostrato in Winter Soldier (appunto un PG-13) mi ha piacevolmente sorpreso, quello potrebbe essere un compromesso accettabile per accontentare tanto la necessità di monetizzare da parte degli Studios tanto le esigenze dei fans, a conti fatti un margine di manovra c’è…

5) Dovessi indicare tre storie per conoscere Frank Castle, quali consiglieresti di recuperare?

Born di Garth Ennis è la vera Bibbia del Punitore, se vuoi capire chi è Frank Castle e cosa è diventato non puoi non leggere quella storia. Direi che anche il vecchio Punisher Year One rappresenti un passaggio obbligato oltre che l’ideale completamento di quanto introdotto con Born.

Come terza storia non saprei, ce ne sono tantissime a cui sono molto legato e che ho letto in periodi particolari della mia vita, così su due piedi mi viene in mente P.O.V. con le strepitose tavole del maestro dell’horror Bernie Wrightson o in alternativa Blood & Glory che approfondisce il legame tra Frank e Cap o anche Slavers sempre di Ennis o le bellissime storie disegnate da Jim Lee… è dura scegliere!

Blood & Glory

6) I diritti sono in mano ai Marvel Studios e potrebbero essere sfruttati. Con Netflix sembrerebbero esserci meno problemi di censura: meglio un film o una serie tv secondo te?

Bella domanda: io comincerei con l’inserire Castle come comprimario in uno dei prossimi film della Marvel, diciamo in Cap 3, giusto per testare le reazioni del pubblico. Non un grosso ruolo sia chiaro, vanno bene anche due o tre scene volendo, ma che lascino il segno e spingano la gente a volere di più. A quel punto valuterei un attimo le opzioni a disposizione, anche in funzione dell’indice di gradimento della serie di Devil su Netflix e di Agents of Shield e mi regolerei di conseguenza.

Non mi aspetto un film in solitario da qui a qualche anno ma qualcosa intorno al Punitore si sta muovendo per fortuna, preferirei vederlo in azione a cinema a dirla tutta però una serie TV dai contenuti adulti potrebbe essere la soluzione più adatta per il personaggio.

7) Facciamo un fantacasting. Quali attori metteresti, in quale ruolo e con quale storia?

Purtroppo Frank Grillo è “impantanato” con Cross Bones quindi la vedo dura che possa interpretare il Punitore: l’ultimo nome che i rumors hanno recentemente portato alla ribalta è quello di Scott Adkins che, come attore, oltre a non dispiacermi affatto ha anche il bagaglio tecnico e l’esperienza giusta per essere un Frank Castle credibile a 360°.

Per Mosaico, in un ipotetico nuovo film, vedrei bene Michael Fassbender senza un make up pesantissimo e “finto” (sì, lo so che fa già Magneto negli X-Men della Fox, mi piace l’idea del conflitto di interessi con i Marvel Studios, prima o poi il bubbone dovrà scoppiare in qualche modo…), alle brutte Tom Hardy nella parte di Bushwacker. Per Kingpin invece non saprei, difficile trovare un attore somigliante purtroppo. Dalla regia mi fanno notare che Vincent D’Onofrio sarà Kingpin nella serie di Devil, magari può rivelarsi una scelta vincente o magari gli mancano ancora una ventina di chili per sentirsi a suo agio nei vestiti di Wilson Fisk, chissà…

Quanto alla storia sono combattuto, da una parte attualizzerei Born ambientandola in Afghanistan o in Iraq e poi andrei a ricongiungermi al Marvel Universe di adesso introducendo il Punisher “definitivo”. Dall’altra lascerei iniziare tutto in Vietnam e, una volta mostrato cosa succede a Valley Forge, sposterei il secondo atto a New York negli anni ’70 agganciandomi a Punisher Year One: nel terzo atto arriverei ai giorni nostri (e qui entrerebbero in gioco Bushwacker e Kingpin) continuando però a mostrare un Castle giovane o che invecchia più lentamente grazie al patto con la Morte fatto alla fine di Born.

8) Interessante che tu ipotizzi un ingresso di Castle nel terzo capitolo di Captain America, che si chiamerà Civil War (e sarà diretto anch’esso dai Russo). Il confronto tra Cap e Punisher, fatto con l’accetta è: Cap è la faccia pulita dell’America, Punisher è la faccia sporca. Eppure proprio in Civil War, il confronto tra i due ci dice molto di più. Personalmente credo i fratelli Russo siano i più adatti al momento a presentarlo, e non credo che a loro dispiacerebbe…

Il rapporto tra Punisher e Cap mi ha sempre affascinato: Castle ha un’ammirazione e un rispetto smisurati per Rogers, per lui è un simbolo, una delle pochissime cose che gli è rimasto in cui credere e che lo tiene un minimo agganciato a dei valori. Cap, a sua volta, rispetta il Punitore in quanto ex soldato pluridecorato ma i suoi metodi… beh, sono appunto quelli sporchi e non può condividerli, in nessun caso.

Ciò che succede in Civil War ci mostra abbastanza bene questo dualismo tuttavia, se si vuole avere una visione d’insieme più completa del loro rapporto, consiglio la lettura della già citata Blood & Glory, con particolare attenzione alle ultime 10 pagine in cui vediamo Rogers spingersi pericolosamente oltre il limite salvo poi fermarsi quando il Punitore gli fa notare, senza mezzi termini, che da certe scelte non si torna indietro… Per Castle ormai è troppo tardi ma Cap non può permettersi di venire meno ai suoi principi, tantissima gente perderebbe fiducia in ciò che lui rappresenta…

Cap Vs Punisher

Tornando ai Russo: mi piace quell’approccio e la loro visione del cinecomic è probabilmente la più vicina ai miei gusti tra tutte quelle che ho avuto modo di vedere insieme ai primi due Batman di Nolan: credo proprio che abbiano capito cosa il pubblico voglia vedere e, cosa altrettanto importante, quali siano gli escamotage per mostrarci un Marvel Universe meno edulcorato senza far venire un colpo ai capoccioni della Disney! A occhio possono fare un buon lavoro su Punisher e, con molta probabilità, hanno già qualche idea su come eventualmente inserirlo nella continuity dei Marvel Studios. Staremo a vedere.

9) Pensi che il corto Dirty Laundry meritasse maggiore considerazione?

Mah… non credo. Alla fine è un poco più di un fan movie con l’unico grosso vantaggio di avere Thomas Jane e Ron Pearlman nel cast: quando l’ho visto la prima volta, pur avendo apprezzato lo sforzo, non è che abbia urlato al miracolo. Non è male sia chiaro, quei 10 minuti con la musica di Zimmer sparata a palla (e fregata dalla soundtrack di Batman) sono già meglio di tutto il secondo film dedicato a Punisher, però anche qui l’essenza del personaggio emerge solo in parte, forse è Jane a non trasmettere le giuste vibrazioni o forse si sono concentrati più sull’aspetto splatter che sull’attinenza di certi dettagli… avendo un’occasione del genere tra le mani avrei provato a battere altre strade, avrei osato di più insomma. Come regia e montaggio ad ogni modo Dirty Laundry funziona… nel suo piccolo.

10) Domanda tra fan di wrestling… CM Punk su Punisher? Che ne dici e perchè?

Per me è una stronzata. E non perché Punk sul piano umano è un gran pezzo di merda ma per il semplice fatto che là fuori ci sono migliaia e migliaia di appassionati con in mente una grande storia dedicata al loro personaggio preferito (di cui hanno letto tutto da 20 o 30 anni a questa parte) e che non avranno mai la possibilità anche solo di avvicinare qualcuno della Marvel per illustrare la propria idea.

Nessuna di quelle storie vedrà mai la luce, magari la maggior parte nemmeno merita di essere presa in considerazione ma una piccola percentuale al contrario avrebbe tutte le carte in regola per essere pubblicata e magari lasciare il segno… perché Punk deve avere un simile privilegio e gli altri no? Cosa ha dato al mondo dei fumetti per guadagnarsi il diritto di debuttare con Thor e poi pretendere di lavorare su Punisher?

Anche George Romero sta curando un fumetto sempre per la Marvel dedicato ai morti viventi ma quanti anni sono che scrive sceneggiature e dirige film sugli zombi? Quanti fumettisti e cineasti sono stati influenzati dal suo lavoro? Via, siamo seri, è solo un ca**o di mossa commerciale e basta, un nome di richiamo buttato nella mischia, niente di più e niente di meno.

Poi la vorrei veramente leggere questa grande storia che Punk ha in mente per Punisher, mi sembrano due figure così incompatibili e distanti l’una dall’altra che mi chiedo se ci sia anche un solo punto d’incontro tra loro… resto molto scettico in tutta sincerità ma mi consolo pensando che il prossimo anno avremo una nuova testata della linea Max dedicata al buon Frank con quel pazzo scatenato di Ennis al timone: queste sono le notizie che i fans del Punitore vogliono sentire, altro che le smanie di grandezza di Punk!

Thor Punk

Thoughts In The Attic – Volume 1.0

Disclaimer: quello che segue è il primo numero di un editoriale a braccio, senza uno schema senza una cadenza. Nasce così, dal caso. O dal caos. A volte la disgrafia fa la differenza.

Mentre preparavo i due pezzi sui nuovi personaggi che faranno il loro debutto in TV nella prossima stagione TV, mi sono ricorda di quando, nel 2011 si parlava di una serie incentrata su Wonder Woman, a quasi 40 anni di distanza dalla storica serie (1975-1979) con Lynda Carter trasmesa da noi per la prima volta nel 1982…con la seconda stagione. E la prima? È passata su Fox Retro nel 2011 in lingua originale con i sottotitoli.

Della nuova serie, sotto la direzione di David E. Kelly venne fatto pure un episodio pilota che, come potete immaginare, venne bocciato. Ma era davvero così brutto? Mi son messo alla ricerca del pilot incriminato e con un po’ di fatica l’ho recuperato e visionato…e sì, è brutto nonostante la presenza di due belle figliuole come Adrianne Palicki (non guardate la sua foto su Wikipedia Italia) e Elizabeth Hurley. E per voi donzelle c’è Pedro Pascal.

Cosa c’era di sbagliato? Iniziamo dalla protagonista.

Adrianne Palicki Wonder Woman

Wonder Woman viene presentata come un vigilante di Los Angeles che è al tempo stesso una dirigente aziendale di successo con il nome di Diana Themyscira, ma che per avere una parvenza di normalità si è creata pure una terza identità, quella di Diana Prince. Iniziamo con le crisi di identità…ed aggiungiamo il fatto che TUTTI sanno che Wonder Woman è Diana! Passiamo al costume? Per i primi due atti della puntata il costume simile alla versione classica…ma per l’atto finale si cambia, ed eccola in shorts.

Nel terzo atto poi le scene di combattimento sono orrende e le inquadrature lasciano a desiderare e sono anche discutibili (riprendere dal basso Wonder Woman che salta in lungo…andiamo dai….)

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Non parliamo poi degli istanti precedenti lo scontro, con l’arrivo dell’eroina nel covo dei cattivi: ho visto dei porno iniziare così eh… (non c’è nulla di male eh…).

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Come si sposta Wonder Woman? Con un jet invisibile nella serie storica, ma qui usa un aereo dal look minimal, che indovinate un po’ dove viene tenuto? Sul tetto della sede della azienda di Diana…IN BELLA VISTA!

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Wonder Woman ha un lasso che obbliga le gente e dire la verità. Indovinate cosa fa per costringere un sospettato a parlare mentre è ricoverato in ospedale? Gli spezza il braccio. Altro particolare: ad inizio della puntata una reporter, raccontando l’ultimo exploit di Wonder Woman lo chiama Lasso della Verità, quindi neanche un minimo di coerenza…

Altra grossa pecca secondo me è che lo spettatore viene buttato nel mezzo di una trama senza sapere nulla. Non tiriamo fuori il discorso “tutti sanno chi è Wonder Woman”, quando presenti una serie TV devi dare un background al protagonista. Prendete il pilot di Arrow: pochi minuti e abbiamo capito chi è Oliver Queen, sappiamo che gli è successo qualcosa e si crea l’interesse anche di chi non ha mai letto un fumetto della DC.

Non giudico negativamente il fatto che ci scappi il morto per mano di Wonder Woman (la No Killing Rule dei fumetti la lascio stare), è che avviene in modo stupido e sostanzialmente senza un motivo, visto che non è un cattivo a morire ma uno che non si è mai visto fino a poco prima e che sostanzialmente sta facendo il lavoro di guardiano.

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Altro momento ridicolo è quando discutono delle fattezze della bambola di Wonder Woman ammantando tutto di femminismo (di cui la versione originale è paladina, almeno in teoria).

Poco spazio anche per la presentare il villain, anzi la villain, che viene smascherata subito, senza che di fatto opponga resistenza, mascherando pubblicamente la rivalità come uno scontro tra aziende rivali e minacce che arrivano anche dai politici, schierati con Veronica Cale.

Scoperto che l’azienda della Cale è creatrice con un sostanza dopante che dona forze e resistenza ma che porta alla morte se usata ripetutamente (nella prima scena vediamo un ragazzo sentirsi male per questo, interpretato da BJ Britt, Triplett di Agents Of S.H.I.E.L.D., motivo per cui Diana è in azione) ed i cui test hanno sfigurato diversi volontari, cosa resta? Nulla. Anzi il nulla sottovuoto.

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Pensiero cattivo (ma forse anche no). Che Marvel e DC Comics siano in guerra, non ci sono dubbi e dopotutto sarebbe strano che non lo fossero. Tralasciando l’infornata di Cinecomics che ci attente (oltre 20 da qui al 2020), noto una cosa.

Nella terza stagione di Arrow avremo The Atom, supereroe in grado di ridurre le proprie dimensioni. L’anno prossimo la Marvel porterà al cinema Ant Man, eroe in grado di ridurre (nel suo caso anche di aumentare) la proprie dimensioni. Tentativo di far passare il film come un’idea non nuova? O semplice coincidenza? Scommettiamo che la prossima grara tra i due colossi del fmetto sarà per il primo eroe di Atlantide (Namor vs Aquaman) e per il primo cinecomic al femminile?

atom vs ant man

Restiamo in tema di Arrow. Quando venne messa in cantiere la serie i grandi capi della DC misero alcuni paletti: non potevano essere usati nella trama Superman, Batman, Wonder Woman e pare Hal Jordan / Green Lantern (anche se a lui vengo fatti riferimenti più o meno velati, tipo nominarne la città o nominare la Ferris Air… ma lo stesso viene fatto con Nightwing e BludHaven), lasciando così come unico pezzo grosso Flash (ed infatti lo abbiamo avuto). E C’è anche chi dice che lo abbiamo visto in questa scena: è il punto verde…

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Consideranto che dietro il film di Lanterna Verde c’erano le menti di Arrow, io ve lo dico già adesso: non sorprendetevi di trovarvelo nella prossima stagione di Arrow. Sia chiaro è una mia sensazione e qualcosa che molti fan vogliono vedere: dopotutto il tempo cambia le cose…

Ovviamente SE non si è deciso di averlo al cinema in uno dei prossimi film che la Warner Bros (pradona della DC) farà uscire… E comunque anche in quel caso, visto che sono mondi narrativi diversi (almeno così ci dicono da tempo) non sarebbe un problema avera un Lanterna Verde: al cinema può essere Jordan, in tv può essere Gardner, Stewart o Rayner… o anche un Lanterna Verde di un altro settore.

Green Lantern

Rischio di attirarmi delle ire, ma vabbeh… Odio le ship.

O meglio, odio chi deve dipendere da essere per una serie tv. Tipo che se non ce ne sono di interessanti (metodo di valutazione ignoto), non va vista una serie. Gente che valuta una serie positivamente se la serie gira intorno ad esse o arriva ad odiare gli attori (non i personaggi…GLI ATTORI!) perchè non hanno un personaggio che loro vogliono, pronta a rompere le balle per la loro vita privata, augurare le peggio cose alle compagne/i… Poi magari criticano le ragazzine che vanno dietro a Bieber o ai cosi…ai one direction… Riflettete un attimo e pensate a cosa vi differenzia da loro in questi atteggiamenti da stalker.

Se uno show deve campare sulle ship il motivo è semplice: fa cagare a spruzzo, narrativamente è un chiavica ed è uno show vuoto. Il finale di stagione di Arrow è stato geniale per come ha sfruttato la cotta di Felicity per Oliver e gli stati d’animo di chi shippa la coppia (CRISTO SANTO ODIO USARE STI TERMINI!!!), e c’è anche chi si è sentito preso in giro. Sapete che vuol dire questo? Che gli autori han fatto un signor lavoro. E che, forse, chi ne è rimasto deluso non è tanto fan dello show…

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Cosa rende una serie un successo? Bella domanda, a cui ovviamente non c’è una risposta, altrimenti non si spiegherebbe perchè ci siano certe porcate in TV…

Più facile dire perchè una serie sopravviva ai propri attori, agli anni e alle generazioni, o almeno credo. Come Doctor Who.

Moffat, noto anche come il malvagio consigliere di Satana, dice che il successo è dovuto al fatto che a questo eroe “non è stata data una pistola, ma un cacciavite per aggiustare le cose. Non ha una carro armato, ma una cabina della polizia da cui puoi chiedere aiuto. Non ha superpoteri, orecchie a punta o raggi della morte… ma due cuori”. Ecco il simbolismo.

Il Dottore ha superato i 50 anni grazie alla semplicità alla fine. E sapete chi era incaricato del progetto? Sì, Sydney Newman ebbe l’idea, a produrlo fu chiamata Verity Lambert (con cui Newman aveva già lavorato). Alla regia c’era Waris Hussein, indiano di nascita trasferitosi in Regno Unito all’età di 8 anni. Una donna ed un immigrato in ruoli importanti 50 anni fa. Lasciamo perdere come erano visti…eppure…

Meditate… forse il segreto del Dottore è proprio lì…

Versions_of_the_Doctor

Una cosa che non capisco è quando uno chiede consiglie su una serie TV da guardare senza aggiungere altro. Come se fosse un dovere morale seguire ventordicimila serie televisive che un giorno senza una serie vista sia un reato. Ed ovviamente non indicano i gusti.

Non funziona proprio così…

Dovessi affidarmi al voto di massa, dovrei come minimo guardare The Walking Dead, True Blood, Vampire Diaries e The Originals: lungi da me denigrare queste serie, ma… No Grazie. Non fanno per me, non hanno quella scintilla che accende il mio interesse (la maggior parte delle mie serie tv sono a sfondo poliziesco o di azione), quel… Je ne sais pas quoi… The IT factor… Chiamatelo come volete.

Volete vedere nuove serie TV? Chiedetevi prima cosa vi piace. Se non lo sapete…chiedetevi perchè…