Sono appena uscita dal cinema e, che dire? Wow. Ho bisogno di riflettere su questo film e, perchè no, di riguardarlo. Con “La ragazza di fuoco” avevo avuto una reazione più immediata, forse per il finale sul più bello, ero uscita dal cinema in piena crisi adrenalinica praticamente! In questo caso è diverso, anche se (per ora non spoilero il finale, lo troverete in dettaglio a fine articolo) il finale sapevamo tutti avrebbe lasciato in sospeso la storia, sono comunque riusciti a chiudere bene la prima parte, proprio come se fosse un capitolo. Da adesso in poi, si volta pagina e comincia la guerra vera. Ho temuto che il film sarebbe finito quando…… no, ve lo dico alla fine. Partiamo!
Il film si apre nei momenti praticamente appena successivi a dove si era chiuso il precedente, e cioè dopo che Katniss viene informata da Gale che il Distretto 12 non esiste più. Non possono essere passati più di un paio di giorni, perchè vediamo Katniss che ha problemi a dormire nel sottosuolo che rappresenta la casa del Distretto 13, ma allo stesso tempo rifiuta di essere messa sotto farmaci che le permetterebbero di dormire. Non ci vuole un genio per capire che Katniss non si fida delle persone che ha intorno e vuole rimanere il più lucida possibile.
Dopo aver fatto la conoscenza della presidentessa Coin, quest’ultima e Plutarch cercano di convincere Katniss ad essere la loro leader, ma la ragazza continua ad imputargli il non aver salvato Peeta al suo posto, e di averlo lasciato nelle mani del Capitol, probabilmente a morire. I due capiscono che Katniss non ha compreso a pieno fino a che punto entrambe le parti si sono ormai spinte, e decidono di mandarla nella sua vecchia casa, il Distretto 12, per far si che si renda conto dei danni che Capitol ha provocato ai suoi luoghi tanto amati. Qui arriva una scena che è davvero… non so neanche come descriverla, mi ha spezzato il cuore. Vediamo Katniss scendere da sola dall’hovercraft ed aggirarsi tra le rovine, quando ad un certo punto si accorge di aver messo il piede su un teschio umano. Ovviamente lo shock prende il sopravvento e le gambe le cedono, e comincia a trascinarsi in giro fino ad un cumulo di macerie dal quale riesce a vedere parte del distretto, o quel che ne è rimasto, cioè il nulla più assoluto: rovine su rovine, e migliaia di corpi ammucchiati l’uno sopra l’altro. Grandissima scena e grandissima recitazione da parte della Lawrence che si dimostra sempre più a proprio agio nei panni di Katniss Everdeen.
Durante la sua visita al Distretto, Katniss riesce anche a recuperare Ranuncolo, il gatto tanto odiato da lei quanto amato dalla sorellina Prim, che ormai tanto sorellina non è, è diventata alta quasi quanto lei! Proprio grazie ad una cosa detta da Prim, Katniss si convince a diventare leader della rivoluzione. Pone però alcune condizioni: vuole che, alla prima occasione utile, Peeta, Johanna ed Annie (i vincitori presi ostaggio dal Capitol) vengano liberati, e che ogni crimine a loro carico venga perdonato. In particolare si riferisce a Peeta, apparso in collegamento dal Capitol qualche ora prima invitando i ribelli a deporre le armi e porre fine alla violenza. Ma la condizione fondamentale per Katniss in realtà è: “Mia sorella può tenere il gatto”. Testuali parole. Nient’altro da aggiungere.
A questo punto entra in scena una vecchia ma sempre gradita conoscenza: Effie. Nel giro di 5 minuti mi ha fatto fare un sacco di risate! Le uniche del film, onestamente. Dal momento in cui entra in scena con la sua espressione addolorata per essere tenuta “prigioniera” in quella spoglia dimora, senza trucco o parrucco… capirete il tremendo dolore, insomma. Plutarch vuole che sia lei ad essere a fianco di Katniss nella trasformazione da semplice ragazza a leader, e la donna, nonostante sulle prime si rifiuti, alla fine cede e si presenta a Katniss poco dopo con dei bozzetti lasciati da Cinna proprio per la rivoluzione. Qui altro siparietto nel momento in cui Katniss ed Effie si reincontrano: quando la ragazza le chiede cosa ci faccia lì, lei risponde dicendo che è una rifugiata politica, e che è costretta a subire la tremenda situazione, affrontando il resto della sua vita con indosso una tuta da lavoro! E senza caffè, per giunta! La crudeltà nel Distretto 13 non ha proprio fine.
Tornando seri, da qui il film comincia a crescere di intensità, e vediamo Katniss alle prese con i primi video che Beetee manderà poi nel sistema televisivo del Capitol. Come Haymitch però sottolinea dopo un tentativo disastroso di far recitare a Katniss un promo rivoluzionario, le azioni da lei svolte che sono rimaste nella memoria di tutti erano arrivate in maniera spontanea, senza che nessuno le avesse dato input o l’avesse imboccata. Si parte quindi alla volta del Distretto 8, considerato relativamente sicuro perchè bombardato da poco dalle forze del Capitol. Qui Katniss fa visita ad un ospedale pieno zeppo di feriti di qualsiasi genere ed età: la distinzione però non si applica quando appare Katniss. Tutti sono pronti a combattere al suo fianco, e glielo dimostrano con l’ormai famoso segno con le tre dita alzate al cielo. Katniss, commossa da tale devozione, è ora più convinta che mai, ma quando passano oltre per proseguire la visita al Distretto, degli hovercraft mandati da Snow passano sopra di loro, e il gruppo capisce troppo tardi il loro obiettivo, e i velivoli vengono abbattuti con una freccia scoccata da Katniss solo dopo che le bombe sull’ospedale vengono sganciate, incendiando la struttura e non lasciando superstiti; in questo modo, secondo il Presidente, verrà lanciato un segnale a coloro che decideranno di accostarsi alla Ghiandaia. Katniss a questo punto si ricorda della ragione per cui sta combattendo: gli innocenti. Capisce, forse per la prima volta, che questa è ormai diventata una cosa più grande di lei e che il peso va ben oltre le sue spalle, ma che deve farsene carico perchè per gli altri il simbolo, la Ghiandaia Imitatrice, è lei e lei sola. Il promo perfetto è quindi servito: sullo sfondo l’ospedale in fiamme, Katniss attacca duramente Capitol e il Presidente Snow, accusandolo di non fermarsi di fronte a nulla, nemmeno a degli innocenti feriti e disarmati. Ma dice anche che non devono farsi illusioni, perchè nonostante quello che stanno facendo per fermarlo, “il fuoco sta divampando… e se noi bruciamo, voi bruciate con noi!”. Ciak.
Verrai, verrai… all’albero verrai? Cui hanno appeso un uomo che tre ne uccise, o pare?
Strani eventi qui si sono verificati, e nessuno verrebbe a curiosare se a mezzanotte ci incontrassimo all’albero degli impiccati…
Con questa canzone che perfettamente si addice allo spirito di sacrificio dei ribelli assistiamo all’abbattimento della diga che fornisce l’energia a Capitol, procurando così un black-out in tutta la zona.
Peeta, nel frattempo è sempre più deperito, e nei video sembra mostrare segni di tic nervosi, probabilmente causati dalle torture a cui è sottoposto. Katniss non perde comunque la fiducia in lui, dando la colpa delle parole che dice a delle costrizioni, o a dei ricatti fatti al ragazzo. Gale, invece, gli da del codardo. Proprio durante uno dei video di Peeta, Beete decide di lanciare il video girato da Katniss nel Distretto 8, causando una reazione nel ragazzo tenuto prigioniero. Qualcosa cambia nella sua espressione, sembra tornare in sè, e nonostante Caesar cerchi di incalzarlo per fargli continuare la sua crociata contro i ribelli, alla fine Peeta sfrutta il momento di lucidità per avvisare Katniss: riesce infatti a dire “Stanno arrivando. Nel Distretto 13, vi uccideranno tutti!” prima che qualcuno lo porti via e la trasmissione venga interrotta. L’avvertimento permette al 13 di usare quei pochi minuti in più a disposizione per mettere al sicuro nei piani più bassi tutta la popolazione e non registrare alcuna vittima civile, non rispondendo nemmeno al fuoco per non rivelare la propria posizione.
Il giorno dopo, quando l’attacco è ormai finito, vengono verificati i danni che comunque non sono così disastrosi come avrebbero potuto essere se Peeta non avesse avvisato dell’attacco in arrivo. Snow, però, ha posto un parziale rimedio, facendo lanciare sulle rovine esterne e visibili intorno al Distretto un mare di rose bianche, in modo da minacciare Katniss, che capisce immediatamente il messaggio: Peeta verrà ucciso a causa sua. Ancora una volta, il peso della responsabilità sembra schiacciarla e lei decide che non può più andare avanti.
Di fronte a questo crollo, Plutarch, la Coin e il resto del gruppo capiscono che Katniss non può reggere senza avere la certezza che Peeta sia al sicuro, e mandano dunque una squadra di volontari (tra cui Gale) a salvare il ragazzo e le altre due prigioniere, approfittando della mancanza di elettricità che ha diminuito e non di poco le capacità del Capitol anche nell’utilizzo dei radar. Sfruttando questo fatto, Beetee si infiltra ancora una volta nelle frequenze nemiche, e tiene occupati tutti i servizi attivi mandando in onda un filmato in cui Finnick parla, prendendola ovviamente alla larga, dei tempi in cui, fresco vincitore dei giochi, il Presidente Snow vendeva il suo corpo, e rivelando alcuni segreti relativi proprio al Presidente. La missione dei ribelli così può iniziare indisturbata, dato che i radar sono fuori uso, e il gruppo raggiunge in fretta il centro di addestramento reclute, posto in cui vengono tenuti Peeta, Johanna ed Annie. La missione viene portata a termine dopo alcuni intoppi e spaventi (tra cui il fatto che Snow sia a conoscenza dell’azione in corso), e Gale infatti, tornato al 13, dice a Katniss che nessuno ha opposto loro resistenza anche se i sistemi di difesa erano tornati in funzione.
Il perchè è presto spiegato, e ci viene mostrato non appena Katniss reincontra Peeta: mentre la ragazza va per abbracciarlo, lui le si scaraventa addosso tentando di strangolarla. E ci riuscirebbe, se non intervenisse Boggs colpendo Peeta alla testa con un vassoio mettendolo fuori gioco. Qui, lo ammetto, ho avuto un attimo di panico perchè pensavo avrebbero chiuso il film su questo momento: Peeta che tenta di strangolare Katniss. Non li avrei mai perdonati, giuro! Fortunatamente non è stato così, e vediamo anche i momenti successivi al fatto, cioè Katniss che si risveglia con un collarino ed impossibilitata a parlare, la Coin che comunica ai cittadini del Distretto dell’operazione appena portata a termine, ed infine vediamo Katniss avviarsi per i corridoi in cerca della stanza dove è tenuto Peeta, per scoprirlo legato a forza ad un lettino dove il ragazzo continua a contorcersi per liberarsi, come fosse in preda ad un raptus. Nero.
Il film finisce così, e come dicevo, nonostante una chiusura definitiva non fosse possibile, meglio di così non poteva andarci. La prima parte, quella con una Katniss determinata ma bloccata dalla paura che le sue azioni potessero danneggiare Peeta, era questa. Ora la parentesi si è chiusa, e se ne apre un’altra: quella della guerra che ora sarà più cruda che mai, quella della salute mentale di Peeta e della situazione di Johanna (che abbiamo visto davvero cambiata e ferita), quella insomma che non darà niente e nessuno per scontato, e dove tutto potrà succedere. E succederà, ne siamo certi.
Perchè dicevo che ho bisogno di rivedere questo film? Beh, perchè sicuramente è molto diverso dagli altri per vari motivi: perchè l’azione non è confinata all’arena; perchè i protagonisti non sono delle vittime ma sono dei volontari pronti a sacrificare la loro vita per un bene più grande di loro; perchè scene così forti non le ricordo nei due film precedenti; perchè, e forse questo è il motivo principale, Katniss non è stata il punto focale del film, ma per la prima volta il punto focale è la rivoluzione in corso. Tutto gira, come è giusto che sia, intorno a questo, e Katniss diventa quindi una pedina del gioco. Se ci fate caso, lo noterete sicuramente: quando Katniss scende le scale del 13 per mettersi al sicuro in mezzo agli altri e quindi viene paragonata a un qualsiasi altro cittadino che sta solo facendo un ruolo un po’ più importante (okay, un po’ TANTO più importante, ma capite quel che intendo dire?), lo si vede anche dal fatto che i personaggi principali dei precedenti hanno meno scene, ed invece più personaggi hanno la stessa importanza, in termini di apparizione sullo schermo. Peeta (a tal proposito, i miei migliori complimenti a Josh Hutcherson per la performance nel film), Gale, Haymitch, la Presidente Coin, Plutarch, Beetee, Prim, Finnick… ognuno ha fatto il suo ruolo, non ce n’è uno che ha prevalso sugli altri (a parte ovviamente Katniss che infatti non ho messo nella lista).
Cosa succederà dunque? Riusciranno Beete e gli altri, con i mezzi a disposizione, a trovare il modo per annullare il depistaggio messo in atto dal Capitol sulla memoria e i ricordi di Peeta? E in che modo questo influirà su Katniss e il suo apporto alla rivoluzione? Più si va avanti e meno margine di errore ci sarà, è naturale, e sarà quello il momento in cui la Ghiandaia Imitatrice dovrà, ancora una volta, dimostrare di essere degna del ruolo che le è stato assegnato. May the odds be ever in your favour.
(Se ne avete voglia, tra qualche giorno scriverò un articolo con le differenze tra il film ed il libro e probabilmente anche un “cosa accadrà poi”… se invece volete rimanere spoiler-free, appuntamento al Novembre 2015!)
In memory of Philip Seymour Hoffman