#TheStrain – The Box (S1E02)

L’episodio successivo al pilot, solitamente, spicca per essere alquanto sottotono e lento.. E’ una regola. Ma si sa che le regole sono fatte per essere infrante e The Strain non se la prende affatto comoda, regalandoci un altro episodio bello ‘vivo’.
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Ebbene, .a mia ossessione è arrivata.. Dovete capire che io sono ossessionata da Kevin Durand, praticamente me lo ritrovo in ogni cosa che guardo e sebbene la sua bravura nel lavoro non vada assolutamente messa sul piatto, nutro un’antipatia innaturale per lui. Quale sarà il ruolo del suo Vasilji ancora non è chiaro, appare come un innocuo ispettore sanitario.. Eppure nutro seri dubbi sul fatto che il personaggio si limiti a questo. Mi pare ovvio, o non avrebbe avuto molto senso aprire l’episodio con tre minuti interamente dedicati a lui.

Iniziamo a capirci qualcosa, non trovate? Ecco, se voi trovate vi faccio i miei complimenti.. Io sono ancora ben distante dal capire. Quello che sappiamo è che le 210 persone che si trovavano sull’aereo adesso sono qualcosa come 210 vampiri, se ho ben capito.. Anzi, 209 direi: il pilota non sta reagendo così bene alla contaminazione, e non so se potrà essere considerato. Ad ogni modo, la transizione è avvenuta. Devo ammettere che quelli visti nello scorso episodio all’obitorio mi sono sembrati più zombie che vampiri, ma in questo episodio abbiamo potuto vedere, attraverso la bambina, che sono dei vampiri. E a quanto sembra, ci sono due tipi di vampiri: quelli più schifosi con il tentacolo che gli sbuca dalla gola, come la bambina.. E quelli più discreti e meno schifosi, come Gabe (il musicista). Tentacolo sì, tentacolo no.. Sarà questa l’unica differenza tra loro?

La settimana scorsa abbiamo conosciuto Abraham Setrakian, scoprendo che ha un numero tatuato sul braccio. Quanti di voi sono caduti nel tranello? Era scontato caderci: ebreo, abbastanza avanti con gli anni, era scontato pensare che quel numero tatuato fosse una delle tante squallide abitudini dei campi di concentramento nazisti. Tuttavia, la strada più semplice non è quasi mai la migliore, e questo è uno di quei casi: quel numero ha ben altro significato, sebbene esso non sia ancora stato svelato.

Dunque, finora abbiamo capito che: c’è un gruppo che sostiene questa ‘creatura’, il super-vampiro chiamato The Master (che, tra l’altro, è anche il titolo del season finale secondo Wikipedia).. Lo sostiene, lo venera come un messia, e quant’altro. Di contro, ci sono gli oppositori all’ascesa del Maestro, attualmente rappresentati solamente da Abraham Setrakian (ma terrei d’occhio anche Vasilji, ricordatevi che ve l’ho detto). Nel mezzo ci sono gli scientifici, quelli che tentano di arrivare scientificamente alla cruda realtà. Come questo percorso scientifico sia stato gestito è ancora tutto da svelare, e quanto avvenuto all’obitorio non credo darà molte risposte ai nostri medici del CDC.

Ormai il love affair è ovunque, non vi è serie alcuna che ne sia immune.. Così, anche The Strain ha la sua coppia o pseudo-coppia. Eviterò il sarcasmo, mi porterebbe in un cul de sac da cui non saprei più come uscire (non pensate male per la scelta di parole, vi prego).. Ma la coppia è lì che cova sotto la cenere, e sicuramente aspetta solo che uno dei due corra un grave pericolo per esplodere e tingere tutto di rosa almeno per qualche segmento di puntata.

Il fatto che sia inserito il ‘dramma umano’ del dottor Goodweather (Beltempo per gli amici) con tanto di matrimonio fallito, figlio conteso, rehab per l’alcolismo e una personalità abbastanza borderline rende, come già detto nella precedente recensione, tutto più realistico sebbene poco degno di nota. A meno che non scopriamo che il nuovo boyfriend di mamma è immischiato con i fans del vampiro cattivo, dubito possa suscitare particolare interesse ed è giusto che rimanga una ‘storia parallela’.

Altro bell’episodio, la serie sta tenendo fede a tutte le aspettative in essa riposte ed è una buona cosa: due episodi finora, uno più bello dell’altro. Mi sembra un’ottima media! E ora non possiamo far altro che aspettare con ansia il terzo episodio, che si intitolerà Gone Smooth.

#TheStrain – Night Zero (S1E01) #Pilot

Una volta, un poeta ha detto che la fame è il bisogno più importante che abbiamo, la prima lezione che impariamo. E’ un bisogno facile da calmare, da saziare. C’è un’altra forza, un altro tipo di fame.. Una sete inesauribile, impossibile da soddisfare. E’ proprio quest’altra forza che ci rende ciò che siamo.. Che ci rende umani. E’ l’amore

Dopo tanta attesa, inizia la nuova serie horror targata FX. La solita serie sui vampiri? Palinsesti saturi? Non scommetteteci. Dimenticatevi i vampiri luccicanti alla Edward Cullen o i sex symbol alla Damon Salvatore: Guillermo Del Toro ci porta nel lato più terrificante del mondo dei vampiri!
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Sono contentissima di aver iniziato questa serie, nonostante la mia antipatia innaturale per uno degli attori che fanno parte del cast (ma che ancora non abbiamo visto). Non è la solita storia stracciagenitali in cui c’è il vampiro super-figo che si innamora della ragazzetta sfigata e insieme cavalcano verso l’orizzonte dell’eternità su un viale lastricato di petali di rose.. Finalmente, porca pupazza! Finalmente i vampiri vengono trattati per quello che sono: dei mostri! Diciamo la verità: nel corso degli anni, partendo più o meno dalla saga di Twilight (e con i proseliti come The Vampire Diaries, Moonlight, True Blood, The Originals e non so quali altre serie sui vampiri esistano o siano esistite) il vampiro in sé e per sé è stato sempre più sdoganato, portando comunque il collettivo dei vari fandom a vederlo come una figura molto vicina a noi, una figura che può annidarsi dappertutto: nel nostro vicino di casa, nel barista che ci prepara il cappuccino ogni mattina, nel nostro insegnante o nel nostro collega di lavoro.. Con il passare del tempo e delle opere (televisive come letterarie) il vampiro è diventato il macho da conquistare.. The Strain riporta tutto sul giusto asse: quello dove il vampiro è il mostro da temere, è colui che miete vittime, colui che non ha necessità di buoni sentimenti ma di sangue e vite.

La cosa particolare di questa serie è l’approccio scientifico e non fantasy al fenomeno dei vampiri. Il vampirismo, infatti, avviene tramite una strana forma di contaminazione quasi virale, e non attraverso il classico morso a cui ci siamo malamente abituati negli ultimi anni.. Appare sì come una storia che affonda le sue radici alquanto indietro nel tempo, tuttavia c’è questa chiave moderna e razionale – almeno per ora – che inverte un po’ i consueti canoni. In più c’è questo sfondo realistico, questi spaccati di vita quotidiana con comunissimi problemi umani, come una separazione difficile o i soliti giochi di potere.

Storia, quotidianità, vecchi miti e scienza che si fondono in un tutt’uno che in questo pilot appare scorrevole e ben amalgamato. Naturalmente molte cose non sono ancora del tutto comprensibili – come potrebbero esserlo dal solo pilot? – come ad esempio la scelta di lasciare in vita quattro delle persone presenti sul volo proveniente da Berlino.. Così come non è ancora stata rilasciata alcuna informazione su chi abbia portato il vampirismo sull’isola di Manhattan e perché.. Ma gli episodi sono tanti, tredici per l’esattezza, e sarà un percorso molto interessante da seguire!

Anatomicamente, il vampiro portatore di caos è sufficientemente schifoso e terrificante, dotato di una forza fuori dal comune e tutt’altro che aggraziato. L’impatto corporale degli organi umani con il ‘germe’ che diffonde il vampirismo è disgustoso, tuttavia è un dettaglio approfonditamente curato e questo non può essere che positivo. Attualmente, il personaggio che più ha catalizzato la mia attenzione è Abraham Setrakian. Apparentemente ricorda un po’ il nonno di Buffy, siccome appare come un cacciatore di vampiri.. Ma sono sicura che abbia molto di più da raccontare. Questo primo episodio ha a parer mio introdotto egregiamente la serie, coinvolgendo così alcune ‘macchiette’ (vedi: Bolivar) che in altro modo non avrebbero trovato spazio alcuno.. Nel prossimo episodio, la storia non sarà più solo presentata ma narrata.. E io non vedo l’ora! Credo che questa storia (che vi ricordo essere tratta da un fumetto) sarà molto coinvolgente e ricolma di sorprese!