Dopo l’arrivo della maledizione di Fata Corvina, Henry si sveglia una Storybrooke diversa e tocca a lui riportare al centro dell’azione Emma.
Ed anche la sesta stagione di Once Upon A Time la possiamo consegnare agli archivi. E sarebbe stato forse meglio che con questa puntata si fosse archiviata anche la serie perchè non so quanto ancora ci sia da dire.
Certo, il fatto che si concluda più o meno come la serie era iniziata intriga per la prossima stagione (senza gran parte del cast), ma non è più Once Upon A Time: è un’altra cosa. Migliore? Peggiore? Vedremo: il fatto di esser messa al venerdì non porta bene, ma non si sa mai.
Questo doppio episodio ci ha fatto rivivere diversi momenti dei primi tempi, dal bacio dei Charmings (AKA I Cretini) al recupero del fagiolo magico, fino all’importanza di credere nelle storie. E se la sconfitta di Fata Corvina è stata una delusione enorme, non si può fare a meno di esser lieti dell’happy ending per molti dei personaggi coinvolti: persino Gideon ne ha uno, avendo la possibilità di ripartire da quando era bambino, senza più influenze esterne negativa da parte della nonna.
Al finale è mancato qualcosa che lo accattivante. L’idea da cui partono, ma nuova Storybrooke non era pessima, ma poteva esser sviluppata meglio: un mini arco di 3/4 puntate al massimo poteva tornare utile per creare quel po’ di tensione. Risolvere il tutto in una puntata è troppo secondo me, ma si sa: la teoria è una bella cosa, finchè non viene messa in pratica. Magari veniva fuori delle puntate orrende, chi lo sa…
L’unica tensione che abbiamo è quella della distruzione dei regni, di come poco alla volta vengono cancellati a causa dell’operato di Fiona, ma non si arriva mai al punto di dire “Ok, ora tutto sparisce per davvero”. C’è sempre quel pizzico di “beh ma tanto ce la fanno…” che impedisce al desiderio di Corvina di regnare su tutto e tutti, di esser preso sul serio: sarà che il “riscrivere le regole della magia” lo abbiamo già avuto e non andò benissimo per Jafar (il primo)?
Come si risolve la battaglia finale, quella per il “credo” di Emma ? con il suo sacrificio: viene trafitta da Gideon, esplosione di luce (ed in un momento sembra di vedere Sailor Moon) e puf! Gideon è un neonato, tutto torna alla normalità, si va avanti con le proprie vite, storybrooke sembra un posto normale, da cartolina.
Poi abbiamo un salto temporale e vediamo una bambina, la stessa vista in alcuni momenti all’inizio ed aiutata ada Giglio tigrato, recarsi a Seattle bussare alla porta di un appartamente per dire al ragazzo che le apre di essere sua figlia, e che la sua famiglia ha bisogno di aiuto: quel ragazzo è Henry Mills.
Ed è quanto basta per lasciarci con quello stuzzicante senso di intrigo per chi volesse continuare, ma può al tempo stesso bastare per chiudere il tutto. Anche perchè la prossima stagione vedrà tantissime assenze: non ci saranno Ginnifer Goodwin, Josh Dallas, Emilie de Ravin, Jared S. Gilmore, Jennifer Morrison e Rebecca Mader. Del cast originale resteranno solo Regina, Hook e Rumple: e se è pure vero che Henry ci sarà come detto e che Emma apprirà in un episodio, non si può dire che sia la stessa cosa.
Ed è un bene, sia chiaro. Un bene perchè le ultime due stagioni soprattutto sono state pesanti e poco convincenti: visto l’andazzo per le serie TV, ci sono alcuni trucchi che potrebbero mettere in atto per non appesantire troppo, come una staggione da 16 oppure prendere l’ultima stagione di Agents Of SHIELD come modello, con tre archi narativi ben legati tra loro.
Il problema che deve affrontare la serie è in realtà lo spostamente di giorno: la domenica è una giornata sempre importante, mentre il venerdì dove si troverà ora è un po’ il giorno della morte, anche se la competizione non sembra particolarmente impegnativa per la prossima stagione (mi preoccupa di più che farà da traino per Inhumans, personalmente).
Tempo di congedarci qui, dopo una stagione che a stento ha raggiunto la sufficienza: tanto cose son state butta lì a casaccio solo per dare dei contentini (vogliamo parlare dell’inutilità di Aladin e Jasmine, per esempio?).
Alla prossima.
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